Un database in cloud di Google, contenente dati sensibili relativi a 1,2 miliardi di persone si sarebbe trovato per lungo tempo senza protezione.
E' la prima volta che vedo una tale quantità di dati, profili dei social media raccolti in un unico database", ha raccontato Troia ai microfoni di Wired.
Il mercato nero dei dati personali
Il dirigente ha spiegato che la maggior parte dei dati, circa 4 terabyte in totale, sono rimasti senza protezione per un periodo di tempo che non è ancora stato determinato e sarebbe stata raccolta da una compagnia denominata People Data Labs che avrebbe poi venduto le preziose informazioni, leakate da diverse fonti, a clienti negli USA, nel Regno Unito e in Canada.
Interpellato sulla questione, il cofondatore della People Data Labs, Sean Thorne, ha confermato che la sua società possiede effettivamente un sito sul quale sono caricate e vendute informazioni relative a oltre 1,5 miliardi di persone, di cui ben 260 milioni soltanto negli Stati Uniti, negando però che il server con i dati esposti appartenesse alla sua.
Ben più grave, ovviamente, sono le situazioni come quella in analisi, nelle quali si ha a che fare con degli aggregati di tali entità che, verosimilmente, possono creare rischi concreti e portare a casi di furto d'identità, di credenziali e così via.
mardi, novembre 26, 2019